In questi giorni stiamo assistendo alla distruzione di molti cartelli della campagna di votazione che sostiene il “NO” alla “Legge Covid-19” che ci attende alle urne il 28 novembre 2021.
Nonostante la Costituzione Svizzera all’articolo 16 garantisca la libertà d’opinione e d’informazione (cpv 1), il diritto di formarsi liberamente la propria opinione, di esprimerla e diffonderla senza impedimenti (cpv 2), e il diritto di ricevere liberamente informazioni, nonché di procurarsele presso fonti accessibili a tutti e di diffonderle (cpv 3)… c’è Chi non è d’accordo.
I Signori Chi, però, non esprimono il dissenso attraverso il dibattito o la controinformazione: preferiscono vestirsi di scuro e procedere con le incursioni atte a trasformare il lavoro degli altri in briciole. Sì, perché sarebbe davvero meraviglioso se in un Paese che si definisce libero ci fosse la possibilità di confrontarsi in maniera civile e soprattutto argomentata, ma pare che questo spesso non sia possibile. Una persona malpensante potrebbe immaginare che i Signori Chi non abbiano argomentazioni valide per supportare la loro tesi volta a portare la popolazione verso il “sì”, ma siccome noi vogliamo essere benpensanti crediamo semplicemente che per loro distruggere e vandalizzare sia divertente o crei una sorta di importanza personale che nella vita non sono riusciti a ottenere per qualsivoglia motivo.
Questi poveri cartelli non fanno altro che esprimere il parere pacifico di una fetta di popolazione che attraverso il diritto di voto intende difendere la Libertà di ognuno. Queste ragazzate, chiamate così per semplice eufemismo protettivo, questa volta sono fortunatamente destinate a oggetti inanimati e non contro le persone, come accaduto invece alla mite manifestazione di sabato 13 novembre a Bellinzona.
Insomma, in uno Stato che intende, da Costituzione, consolidare la coesione interna al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l’indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e apertura al mondo c’è ancora chi agisce in questo modo pensando di essere applauditi o di difendere (ma da cosa?) lo Stato stesso. Il grande problema è che molti Signori Chi non hanno mai letto la Costituzione, non si sono mai interessati alla storia della Svizzera, né tantomeno si sono mai impegnati pubblicamente o con una carica per migliorare il Paese. Sì, perché, cari Signori Chi, il Paese si AMA solo se ci si sente parte di esso, solo se lo si conosce, solo se si ha la volontà di mitigare l’interesse personale a favore della collettività, del bene di tutti, dell’armonia, della pace, della serenità e della Libertà. Libertà che trascende la distruzione delle cose altrui, in quanto la vera Libertà è la vera immunità: essere se stessi e immuni dall’arroganza, dall’egoismo e dalla supremazia dell’ego.
Sapevate che in latino i “liberi” sono i figli? Qualcosa di estremamente prezioso che equivale a pezzi di cuore, al nostro futuro, alla verità, a coloro ai quali basta guardare noi adulti negli occhi per denudarci l’anima. Forse noi abbiamo l’esperienza, il vissuto, abbiamo studiato, ma… loro hanno l’innocenza. Un bambino è l’emblema della libertà: riesce a essere se stesso fino a farci involontariamente del male, ma soprattutto fino a inondarci di un amore che noi non ritroveremo mai più.
Anche per questo lottiamo. Per far sì che questi “liberi” – questi figli – possano godere di un futuro migliore. Migliore persino del nostro passato che, tralasciando i drammi personali, è stato molto più bello del loro presente. Un presente fatto di limitazioni, di distanza fisica e sociale, di privazioni, di mascherine, di disinfettanti, di telegiornali forzatamente allarmanti, di siringhe, di codici QR, di dita puntate.
Il nostro “NO” non è un voto contro qualcosa, ma è un voto PER il diritto alla VITA, PER il ritorno alla DEMOCRAZIA, PER la LIBERTÀ, PER il miglioramento e il ritorno dei contatti SOCIALI. Perché è vero che in questo mondo ognuno nasce solo, ma è ancora più vero che senza gli altri il nostro cuore è vuoto.
“La Resistenza” – by Norimberga